La grande ricchezza
archeologica della regione Toscana può sintetizzarsi
in una necropoli etrusca (Populonia)
e da due città con caratteristiche etrusche le sovrapposizioni di
età romana (Volterra e Fiesole).
All'inizio del Novecento le scorie ferrose lasciate
dagli Etruschi nel podere San Cerbone,
nel golfo di Baratti nei pressi Piombino,
furono riutilizzati.
Sotto cumuli di detriti venne riesumata necropoli con sfarzose tombe
monumentali a tumulo, sorrette da una colonna cilindrica in pietra con all'
interno la camera sepolcrale, raggiungibile mediante un corridoio (dromos),
è riparata da una volta chiamata tholos formata da pietra calcarea.
L'antica Pupulonia venne costruita
su un abitato villanoviano preesistente e
divenne presto il principale centro industriale
degli Etruschi.
I suoi forni
lavoravano minerali di rame provenienti
dall'isola d'Elba, e successivamente quelli di
ferro; nelle sue officine veniva lavorato il
bronzo, mentre i
prodotti più pregiati venivano estrattia a Vetulonia e in Grecia. L'abitato era
posizionato su un'altura e difeso da un perimetro murario del quale ne rimangono
scarse tracce.
La necropoli di San Cerbone invece, sottoterra per oltre 2.000 anni è stata rinvenuta per
intero, con i fastosi corredi delle sue
tombe. Da segnalare, i tumuli
dei Carri, dei Letti funebri,
delle Oreficerie, della Spirale d'oro per
capelli che indicano con i loro nomi gli
oggetti migliori che contenevano,
con ceramiche greche dipinte.
Accanto alle tombe a tumulo,
che risalgono alla fase di dominazione orientale e appartenenti
all'aristocrazia dei commercianti greci,
si uniscono nel secolo successivo
tumuli meno grandi, con una stanzetta antistante
rettangolare utilizzata com vestibolo,
poi le tombe a edicola in blocchi calcarei e quelle a sarcofago. Anche nella
non distante necropoli del colle della
Guardiola si può notare questa
evoluzione.
Gli auspici etruschi Gli Etruschi praticanti fedeli della religione,
interrogavano continuamente il futuro per
conoscere il loro destino. Gli auspici erano i sacerdoti che avevano l'incarico di predire
il futuro: avevano a disposizione
uno speciale codice, che riguardava l'esame
e lo studio delle viscere degli
animali che venivano periodicamente sacrificati, la caduta dei
fulmini e dei tuoni, il volo degli uccelli e la
divisione fra piante e animali in
negativi e positivi.
La concezione del destino
portava gli Etruschi di cercare di
predirre la volontà degli
dei, per potere, omaggiandoli, tentare di influenzare le loro decisioni
ritenute sfavorevoli attraverso cerimonie
religiose.