Pisa


Toscana >>

Città di Pisa: guida al turista



Toscana

Comune e provincia di Pisa, la storia, la tradizione, il turismo


Città della Toscana, capoluogo di provincia, con 88.421 abitanti, situata a 4 m di altezza a circa 12 km dal Mar Tirreno; è attraversata dall' Arno che la divide in due zone, di cui quella sulla riva destra è l'antico nucleo della città, mentre l'altra è posteriore al sec. XI. Già famoso porto sul Tirreno, insabbiatosi alla fine del Medioevo, è ora attivo centro commerciale. Nel territorio comunale, ampio 187,1 kmq e con 103.415 abitanti (90.928 nel 1991), industrie tessili, farmaceutiche, vetrarie.

Storia. Stanziamento ligure, entrò (sec. V a. C.) nell'orbita etrusca: porto militare romano, nell'89 a. c. ottenne la cittadinanza romana. Alla caduta dell'Impero e durante le prime invasioni barbariche vide molto diminuita la sua importanza; assoggettata ai Longobardi e inquadrata nella marca di Toscana contese a Lucca il primato sugli altri centri mentre la sua attività marinara riprendeva quota per l'apparizione dei Saraceni contro cui i Pisani combatterono a più riprese nei secc. IX e X.

Occupata da costoro per breve tempo (1004) la città, Pisani e Genovesi ebbero ragione del comune nemico costringendolo a cedere le Baleari, la Corsica e la Sardegna che alla fine delle vittoriose campagne causarono contrasti tra i vincitori. Con la pace stipulata nel 1087 la Corsica toccò a Genova e la Sardegna a Pisa che l'amministrò in giudicati. Tra il sec. XI e il sec. XII, vigorosa si esplicò l'azione della Chiesa, con i vescovi sempre più impegnati nella politica cittadina, soprattutto Daiberto che partecipò alla I Crociata.

Proprio l'impegno nelle Crociate segnò il consolidamento della potenza marinara di Pisa che con la trionfale impresa delle Baleari (1112-1114), sostenuta dalla sorgente struttura comunale, si contrappose alle potenze genovese e veneziana. Con l'una e con l'altra entrò in antagonismo diretto nei primi decenni del sec. XIII e contemporaneamente si spinse verso le coste napoletane, stringendo rapporti con le città marinare (saccheggio di Amalfi, 1137).

Il comune frattanto si attuava attraverso il Consiglio di credenza che finì per accentrare tutto il potere, affiancato però dai consoli di giustizia e dalle corporazioni delle Arti, il tutto disciplinato dal Breve consulum e dal Breve populi da cuì si rìcavò lo Statuto, autentico codice di leggi. Orientò la sua politìca in senso filo-imperiale e contro Firenze, volgendosi nel contempo alla conquista dell'entroterra verso Lucca.

Pericolosi sì palesarono i dissidì interni tra l'elemento mercantile ed industriale ghibellino e quello feudale, ed anche del popolo minuto, guelfo; gli uni sostenuti dalla famiglia della Gherardesca e gli altri dai Visconti. La morte di Enrico VI (1197) e più tardi quella di Federico II (1250) misero in crisi il comune nonostante la bella vittoria su Genova nel 1241; i suoi avversari coalizzati intorno a Firenze ed a Carlo d'Angiò segnarono il declino della città (1267).

nel 1284, nella battaglia della Meloria i Pisani furono disfatti dai Genovesi e a nulla valse il tentativo di emergenza operato dal conte Ugolino nella Gherardesca, coadiuvato da Nino Visconti, ma esautorato dall'arcivescovo Ruggero degli Ubaldini.

Le precarie condizioni interne frustrarono anche i due successivi esperimenti di governo di Uguccione della Faggiuola (1316) e di Castruccio Castracani (1328) alcuni anni dopo. Perduto sin dal 1299 la Corsica e la Sardegna, stretta tra Firenze e le mire espansionistiche dei Visconti, Pisa fu venduta da Gherardo d'Appiano a Giangaleazzo Visconti nel 1399, e comprata da Firenze nel 1402, che la domò del tutto nel 1406.

Gli ultimi sprazzi di libertà nel 1409 in occasione del concilio e nel 1491 per la discesa di Carlo VIII, non mutarono la situazione. Sotto il dominio mediceo la città ebbe una notevole ripresa, anche se si spense ogni aspirazione di autonomia politica. Passò infatti, senza reazioni, alla Francia e quindi alla Lorena. I Lorena, restaurati a Pisa come nel resto della Toscana, dopo il periodo francese, non riuscirono, malgrado il loro bonario paternalismo, a evitare il diffondersi delle idealità risorgimentali tra gli studenti, soprattutto universitari, che nella prima guerra d'indipendenza accorsero in gran numero volontari.

in modo più vivace la lotta politica si scatenò nell' anno seguente tra i democratici, in collegamento con Livorno, centro della democrazia toscana, e i moderati favorevoli al governo di Firenze. In appoggio a questi ultimi vennero da Lucca 500 soldati, guidati da P. Berghini, che repressero il moto democratico (17-18 apr. 1849). Nel 1859 fu unita all'Italia. Durante la seconda guerra mondiale ha subito gravi distruzioni.

Arte, musei, istituti di cultura. Una delle espressioni più originali del romanico italiano è il complesso monumentale della piazza dei Miracoli, che esercitò un largo influsso anche fuori della Toscana (Puglie, Sardegna): il duomo eretto dagli architetti Buscheto e Rainaldo nei secc. XI-XII, presenta l'esterno fasciato da serie di archi ciechi su lesene, porta bronzea di Bonanno, cupola ,ellittica su tamburo ottagonale, interno a cinque navate con matronei, mosaici ultimati da Cimabue, pergamo di Giovanni Pisano, tomba di Tino da Camaino; battistero di Diotisalvi, circolare, paramento ad arcate cieche, cupola e coronamento gotici, decorazione plastica esterna della scuola di Giovanni Pisano, pergamo di Nicola Pisano; presso il duomo sorge il famoso campanile, isolato, circolare, a successione di loggette su base ad arcate cieche.

Di fianco il cimitero, rettangolare, con galleria interna di Giovanni di Cione e cicli di affreschi dei secco XIV-XV. Altre notevoli architetture romaniche sono: San Paolo a Ripa d'Arno, che presenta motivi orientaleggianti, l' ottagonale cappella di Sant'Agata d'influsso lombardo; San Pierino; San Frediano e San Matteo rimaneggiate nel sec. XVII; Sant'Iacopo in Orticaia, Santa Cecilia, Sant'Andrea Forisportam. I primi accenti gotici della fine del sec. XIII sono in Santa Caterina, con opere di Nino Pisano, F. Traini, Fra Bartolomeo; il campanile di San Nicola, attribuito a Nicola Pisano; la chiesa di San Francesco affrescata da Taddeo Gaddi, Niccolò di Pietro Cerini, Taddeo di Bartolo; Santa Maria della Spina con decorazione plastica di Nino Pisano e scuola.

Della fine del sec. XIV: S. Domenico con affreschi di B. Cozwli; Santa Maria del Carmine; San Giorgio ai Tedeschi; San Ranierino con affreschi di Spinello Aretino e croce di Giunta Pisano; San Martino e Sant'Antonio.

Più modeste sono le architetture civili: resti di case, torri e palazzotti medievali (dei Medici, dei Gambacorti, degli Scorzi e degli Agostini). Del sec. XVI è la sistemazione vasariana della piazza dei Cavalieri (palazzo del Cavalieri, che è l'attuale sede della Scuola Normale Superiore, e la chiesa di S. Stefano, e il palazzo dell'Orologio). Sono inoltre da ricordare il secentesco palazzo Simoneschi e la Loggia dei Banchi (1605).

nell'ex-convento di San Matteo ha sede il museo nazionale con raccolte di pittura e scultura toscana dal sec. XII al sec. XV. Nel museo dell'Opera del duomo si conservano soprattutto sculture e oreficerie.

Diocesi di Pisa. Pisa è sede arcivescovile con cinque diocesi suffraganee. Si ha notizia di un vescovo di Pisa fin dal sec. IV. Nel Medioevo ii vescovo di Pisa aveva alle sue dipendenze i vescovi della Corsica e della Sardegna.

Provincia di Pisa. Ampia 2448 kmq e con 375.933 abitanti (1991; densità 153 ab./kmq), divisa in 39 comuni, si estende nella Toscana occidentale, fra il Tirreno e le provincia di Lucca, Firenze, Siena, Grosseto e Livorno. Il suolo è collinoso e solo in parte pianeggiante. Le principali risorse economiche sono: grano, olio e vino. Industrie varie a Pisa, Pontedera, Larderello.