Città dell'Emilia-Romagna,
capoluogo di provincia con 151.967 abitanti (2005),
situata a 57 metri di altezza nella pianura
padana, sul torrente omonimo, immediatamente a
valle della confluenza in esso del torrente
Baganza. Il nucleo originario e la città
romana si stendevano sulla destra del
torrente omonimo Nel 492 fu ampliata per
ordine di Teodorico, ma mantenne pianta
quadrata, con lati di quasi mezzo
chilometro. Nel 1169 il vescovo Bernardo
II, signore della città, iniziò la
serie di ingrandimenti che diedero alla
città pianta ellittica; vennero scavate
fosse di difesa per le numerose borgate
sorte alla sinistra del torrente (zona tuttoggi
chiamata Oltretorrente), che
infine vennero comprese nella cinta
muraria del 1211.
Nel 1364 vennero costruite dai Visconti le ultime mura, che giunsero in stato
quasi perfetto fino al termine del secolo
scorso; di forma ellittica, avevano 5
porte: S. Barnaba a Nord, San
Michele e Santa Croce alle
entrate della via Emilia, San
Francesco e Santa Maria a Sud,
da dove partivano le strade risalenti le valli
del Parma e del Baganza.
All'inizio del secolo attuale si
cominciò la costruzione dei Lungoparma;
oltre alla zona tuttora adibita a giardino
pubblico, giardini e orti erano
ancora molto estesi nell' ambito delle
mura.
Le nuove costruzioni invasero le aree
verdi, e si spinsero anche al di fuori
delle mura, soprattutto attorno alla
vecchia piazza d'Armi, a Sud La
zona dell'Oltretorrente viene chiamata Parma
Vecchia, pur essendo più antico l'insediamento
sulla sponda destra, proprio per l'abbondanza
delle costruzioni fatiscenti che vi
abbondavano al termine del secolo scorso.
Nei primi decenni del secolo si dovette
procedere alla demolizione di vaste zone.
Notevoli sono a Parma le attività
industriali connesse con l'agricoltura e
l'allevamento (da ricordare: Il
formaggio Parmigiano, il
Prosciutto di Parma, i
vari insaccati di carne suina, le
conserve di pomodoro).
Il territorio comunale, ampio 260,7 kmq,
conta 175.228 abitanti (141.203 nel 1991).
Monumenti, musei, biblioteche,
università. Della città romana
sono stati trovati i ruderi di un teatro e di un anfiteatro. Dell'età di
Teodorico resta il Canale Maggiore.
La trasformazione e l'aspetto moderno con
ampie strade e piazze, che attualmente
presenta la città, risale al periodo del
granducato di Maria Luisa d'Austria. Il
nucleo antico si sviluppa intorno al duomo
romanico del sec. XI, modificato nel
secolo XII a causa di un terremoto, con
l'aggiunta di cappelle gotiche, e
campanile del secolo XIII; prospetto con
loggetta e protiro, interno a tre navate,
matronei, transetto e presbiterio su
cripta; fra le opere più pregiate: la
Deposizione di B. Antelami e trono
episcopale, affreschi di scuola
emiliana dei secc. XV-XVII e, nella cupola,
affreschi del Correggio.
Il battistero (secc. XII-XIV) è
un capolavoro di B. Antelami, ottagonale,
con tre portali, cinque ordini di logge e
stupenda decorazione plastica dello
stesso B. Antelami e scuola; l'interno è
decorato di affreschi del sec. XIII
d'accento bizantineggiante. Della parte
romanica di Santa Croce restano: la abside e
le finestre all'esterno, e le tre navate,
all'interno.
D'età comunale il palazzo del
Capitano, i palazzi del Popolo e
dei Notai, e il vescovado, con
successive modifìcazioni. Il gotico ha
lasciato notevoli testimonianze in San
Francesco del Prato, nell'ex-chiesa
del Carmine, in San Sepolcro.
Durante il ducato Farnese notevole fu la
ripresa e il rinnovamento edilizio: del
secolo XVI sono San Giovanni Evangelista di
B. Zaccagni, con facciata secentesca,
interno basilicale in stile
rinascimentale, cupola e parte del
transetto sinistro affrescate dal
Correggio, la navata sinistra dal
Parmigianino, M. Anselmi, G. Mazzola
Bedoli, l'oratorio della Concezione affrescato da F. M. Rondani e M. Anselmi,
il monastero di San Paolo con
affreschi del Parmigianino e dell'
Araldi, San Marcellino, la
chiesa della Annunciata, ellittica,
con cupola di G. Rainaldi.
Del sec. XVII sono: Sant'Alessandro, Santa
Lucia, l'oratorio delle Cappuccine, Santa
Maria del Quartiere, ricche di opere
d'arte.
Del sec. XVIII: San Antonio, San Pietro
Apostolo, San Ulderico. Fra gli
edifici civili notevole il palazzo
Farnesiano della Pilotta, progettato
da G. Boscoli (secc. XVI-XVII), il
municipio del sec. XVIII, il Teatro
Regio neoclassico, il palazzo
ducale.
Fra le opere recenti è il palazzo I.N.A.
di F. Albini.
Museo nazionale di Antichità e
galleria nazionale con opere del
Correggio, del Parmigianino e scuola
veneta; pinacoteca Stuard.
L'università, sorta come scuola
delle arti nel sec. XI fu più volte
soppressa per le alterne vicende della
città. Nel 1923 divenne università
statale con le facoltà di
giurisprudenza, medicina, economia e
commercio, scienze matematiche, fisiche e
naturali, farmacia.
La principale biblioteca è la Palatina,
aperta nel 1769 nel palazzo della
Pilotta. Fondata dal Paciaudi, che la
diresse ed ebbe continuatori in Affò,
Canonici e Pezzana, assunse il nome di
Palatina (già Parmense) con l'unione
della biblioteca privata dei Borboni. L'archivio
di Stato, sorto alla fine del sec.
XVI come archivio ducale per opera di
Ranuccio I Farnese, possiede notevoli
fondi quale il farnesiano e il borbonico.
Vita musicale. La vita
musicale a Parma iniziò al tempo di Ottavio
Farnese (1547-1586). Il movimento
musicale, che si svolgerà nel duomo e
nei teatri Farnese e Ducale, ebbe
insigni musicisti come L. Penna, A.
Falconeri. M. Uccellini e altri. Il
teatro Farnese (1628) fu il preferito
per i grandi spettacoli scenici e vi
furono rappresentate soprattutto le opere
di C. Monteverdi.
In epoca più recente grande impulso alla
musica venne dato dai Borboni che
attirarono a Parma molti celebri artisti:
i compositori G. Traetta e G. Tartini, il
librettista C. Goldoni e i migliori
strumentisti e cantanti dell'epoca. Anche
sotto Maria Luisa la musica ebbe un
grande sviluppo e fu costruito il Teatro
Ducale (oggi Regio). Inoltre Parma è
sede del famoso conservatorio «Arrigo
Boito », fondato nel 1848.
Provincia di Parma. Ampia 3449 kmq e con 395.497 abitanti (1991;
densità 115 ab./kmq), suddivisa in 47
comuni, ha forma rettangolare. Il
settore di NordEst, compreso nella pianura
padana, è piatto, il rilievo va
aumentando verso SO, raggiungendo la
massima elevazione nel monte
Maggiorasca (m 1803) proprio nell'angolo
sudoccid. Il confine a Nordovest con la provincia
di Piacenza corre lungo la dorsale
che divide i bacini dei fiumi Ceno e Arda, mentre a Sud la divisione
con la Toscana segue spesso lo spartiacque
appenninico; i limiti a Nord (Lombardia)
e a Est (Reggio nell'Emilia)
passano lungo i fiumi Po ed Enza.
Nella zona più elevata, dove affiorano
le formazioni marnoso-arenacee, sono estesi
i boschi ed è notevole
l'allevamento. Più in basso si hanno
ampie estensioni di argille scagliose,
specie nel bacino del Taro; tali
zone, insidiate da frane, sono sterili e
repulsive per l'insediamento. Nella
regione collinare, presso la pianura,
estese le colture della vite.
Ma la regione economicamente più
importante è la pianura, dove alle
colture cereali col e vanno sempre più
sostituendosi quelle industriali
(pomodori, bietole); ampie zone sono
destinate ai foraggi per un allevamento
moderno, che alimenta industrie tra le
maggiori della regione (casearie, di
macellazione e conservazione di carne
bovina e suina). Da tempo sfruttate le sorgenti
termali (Salsomaggiore);
attualmente dal sottosuolo si ricava
anche il metano (Busseto, Fidenza,
ecc.). Caratteristica la
distribuzione dei centri: dispersi nella regione
montana, allineati lungo lo sbocco
dei corsi d'acqua nella pianura, i
maggiori si trovano più avanzati di
qualche chilometro, lungo la via Emilia.