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Città di Modena



Modena

Comune di Modena, cultura e monumenti

Città dell'Emilia-Romagna con 149.029 abitanti, capoluogo di provincia, situata a 34 metri di altezza in corrispondenza dello sbocco in pianura delle valli dei fiume Panaro e Secchia. Dopo la distruzione (inizi secolo XX) della muraglia estense delimitante il centro storico, la città si è espansa in ogni direzione, specialmente lungo la linea ferroviaria Bologna-Milano, ove sono sorti i quartieri industriali, e lungo la via Emilia, fiancheggiata dai nuovi quartieri residenziali. La città è sede dell'Accademia Militare. E' inoltre importante nodo stradale, ganglio ferroviario e fiorente mercato agricolo (formaggi, vini, ortaggi) e di bestiame (bovini, suini, ovini, pollame).

Numerose le industrie che vanno da quelle alimentari (conservifici, caseifici, salumifici, oleifici, zuccherifici, distillerie), a quelle meccaniche (automobili sportive, trattori, laminati) e chimiche (fertilizzanti). Nel territorio comunale, ampio 183 kmq e con 139.183 abitanti (171.072 nel 1991), estese le colture di grano, avena, mais, frutta, canapa.

Storia. L'antica Mutina è più volte rinomata nelle vicende di Roma antica nelle lotte tra Pompeo e Bruto, tra Cassio e Spartaco. Nel 66 d. C. vi si riunì il senato durante la lotta fra Otone e Vitellio; colonia romana (183 a. C.) con Traiano divenne municipio. Subì gravi danni a causa di Costantino e da allora, nonostante fosse sede vescovile dal secolo IV, cominciò la sua decadenza. Leodino (891) la fortificò. Favorevole al partito imperiale e perciò con Eriberto (1054-1094) in còntrasto con Matilde di Canossa, ghibellina, soltanto dopo la sconfitta di Fossalta (1249) fu costretta al partito Guelfo. A causa delle lotte tra le fazioni fu assediata (1288) agli Estensi ma nel 1306 si ristabilì il governo popolare spesso sotto la giurisdizione di vicari imperiali e durò fino al 1336 quando tornò in dominio degli Estensi.

Conquistata nel 1510 dalle truppe papali, fu ripresa dagli Estensi (1527), a cui Carlo V la confermò (1530), dietro pagamento di 100' mila ducati. Divenuta capitale del ducato, fu tra i maggiori centri culturali italiani. Subì occupazioni francesi (1703-07 e 1734-36) e austriache (1742-49). Occupata ancora dalle truppe francesi il 6 ott. 1796 e deposto il duca Ercole III Rinaldo, Modena entrò a far parte della Repubblica Cispadana, poi della Cisalpina, fino al maggio 1799, quando fu presa dagli Austriaci. Questi la persero il 12 giugno, vi tornarono il 20 e la tennero per un anno.

Nel luglio 1800, ricostituita la Cisalpina, Modenane fece di nuovo parte; seguendone la trasformazione entrò nella Repubblica Italiana (febbraio 1802 maggio 1805) e quindi nel Regno d'Italia fino all' inizio del 1814. Dopo un breve periodo d'occupazione da parte dell'esercito di Gioacchino Murat, si ebbe la restaurazione estense nella persona del nipote dell'ultimo duca, Francesco IV d'Amtria-Este, che, proclamato il 7 febb., entrò in città.il 15 luglio 1814. Dal 4 all'8 aprile 1815 vi tornarono truppe napoletane, questa volta nel tentativo di riscossa di Gioacchino Murat contro la Restaurazione, ma sconfitto questi, veniva subito ristabilito Francesco IV, che vi instaurò uno dei più assolutistici governi dell'Italia di allora.

Dopo l'ambigua fase di contatti tra il duca e i liberali tramite il Misley, scoppiarono i moti del 1831 (insurrezione il 4 febbraio, governo provvisorio dal 6 febb. al 9 marzo), presto repressi. A Francesco IV succedette nel 1846 il figlio Francesco V, che fu deposto il 21 marzo 1848 con la rivoluzione nazionale che determinò la prima guerra d'indipendenza. Modena fu allora unita agli Stati sardi.

Francesco V, rientrato dopo la vittoria austriaca sul Piemonte, fu definitivamente deposto nell' agosto 1859 inseguito agli avvenimenti della seconda guerra d'indipendenza. Ebbe per qualche tempo come pro-dittatore Luigi Carlo Farini, quindi con plebiscito fu annessa al Piemonte (marzo 1860). La città ha poi avuto un notevole sviluppo economico; ha subito però distruzioni nella seconda guerra mondiale.

Arte. Divisa in parti uguali dalla via Emilia, ha conservato l'impianto romano a vie parallele entro la pianta pentagonale delle mura erculee (oggi viali) al di là delle quali si estendono i quartieri moderni. Il duomo, iniziato dal Lanfranco nel 1099 e completato nel secolo XIII, presenta una facciata tripartita decorata da sculture di Wiligelmo e di scuola campionese; sul fianco destro: portale dei Principi di scuola wiligelmesca, e porta Regia, di scuola campionese; sul sinistro: porta della Pescheria di un seguace di Wiligelmo; l'interno a tre navate e tre absidi conserva un gruppo in terracotta di G. Mazzoni e una pala di D. Dossi.

La gotica San Francesco conserva una deposizione in terracotta di A. Begarelli, la rinascimentale San Pietro opere del Romanino, Begarelli. Dossi, ecc. Dei secc. XVII-XVIII sono: San Biagio con affreschi di M. Preti, A. Mitelli, A. Colonna; San Agostino; San Filippo; San Domenico di G. A. Torri con navata ellissoidale; San Giorgio di G. Vigaroni; San Bartolomeo con affreschi di A. Pozzo, ecc.; fra gli edifici civili: il ricco Palazzo Ducale, quello del Comune, il palazzo dei Musei, l'Ospedale civile, Collegio San Carlo, il palazzo dell'Università.

Gallerie, musei e biblioteche. Galleria Estense (Greco, Velazquez, e opere di scuola emiliana e veneta), museo estense (medaglie del Pisanello e di Mattea de' Pasti). Museo del Duomo, museo lapidario, museo civico, galleria Campori.

La maggiore biblioteca è l'Estense (Bibbia di Borso d'Este), cui si è congiunta nel 1891 la universitaria, sorta nel 1772. La comunale Poletti, fondata nel 1872 con il patrimonio librario dell'architetto Luigi Poletti, è ricca di 20.000 libri ed ha sede nel palazzo dei musei. Ricordiamo infine l'Archivio di Stato, l'Archivio Comunale, l'Archivio Capitolare (con antichi codici e pergamene) e l'archivio notarile.

Provincia di Modena. Ampia 2689,8 kmq e con 511.355 abitanti (553.852 nel 1991; densità 206 abitanti/kmq), è divisa in 47 comuni. Essa è delimitata dalla Lombardia a Nord, dall'Appennino Tosco-Emiliano a Sud, dalla provincia di Reggio Emilia a Ovest e da quella di Bologna a Est Comprende il bacino montano del fiume Panaro, la regione orientale del bacino del fiume Secchia e la pianura corrispondenle a questi fiumi sino ai confini della Lombardia.

La pianura a nord della via Emilia è una delle zone più fertili della regione emiliana; vi si coltivano la vite (tra i vitigni pregiati il lambrusco ed il trebbiano), la bietola, la canapa, il pomodoro, il grano, il mais, l'avena, la frutta (ciliegi, pesohi, susini, peri, meli). Estesi anche al di sopra degli 800 m di altezza, i faggeti e i castagneti, in mezzo ai quali sono sorti centri turistici come Fanano, Pievepelago e Pavullo.

Numerose nel territorio le industrie quali i caseifici, i conservifici (zamponi, prosciutti, cotechini, coppe, mortadelle), le segherie, le fonderie di ghisa, le fabbriche di macchine agricole, le carrozzerie per automezzi, gli stabilimenti di ceramica. Sviluppato, inoltre, l'allevamento del bestiame (bovini e suini).