Città dell'Emilia-Romagna,
capoluogo di provincia, con 97.507 abitanti, situata
a 9 metri di altezza sul Po di Volano.
Il nucleo primitivo sorgeva dove l'antico
corso del Po si divideva nei rami
di Volano e Primaro e crebbe quando
molti abitanti dei villaggi di Voghenza e Voghiera vi confluirono
diminuendo l'importanza del Po di
Primaro per lo spostarsi del fiume a
Nord. La città medievale era un porto
commerciale attivissimo per i
traffici tra la Lombardia e l'Adriatico;
sulla riva destra si trovava solo il
presidio del Borgo San Giorgio, e
la città si stendeva sulla riva
sinistra, difesa dal Castel Tedaldo e da una cerchia di mura con andamento
trapezoidale con lati a Nord, Est, Ovest e Sudovest; la
parte medievale è compresa fra il Po e i corsi Cavour e Giovecca,
è molto ricca di abitazioni e botteghe,
e rivela l'allora prevalente economia
commerciale.
L'ulteriore accrescimento entro le mura
è iniziato alla fine del secolo scorso;
al di fuori delle mura lo sviluppo
prevale sul lato Ovest dove, presso la
stazione, sorge il quartiere industriale.
Il territorio comunale, ampio 404,4 kmq e
con 154.066 abitanti (152.654 nel 1991), si
trova in una zona fertile, fra le più
attrezzate d'Italia dal punto di vista
agricolo; di conseguenza Ferrara, oltre a
essere un grande mercato agricolo, ha le
industrie maggiori legate
all'agricoltura: zuccherifici, mulini,
macchine e attrezzature agricole. Stazione
ferroviaria ben attrezzata sulla
linea Bologna-Venezia ove si
innesta quella da Rimini-Ravenna;
inoltre si dipartono linee provinciali
verso Codigoro (delta) e Suzzara-Parma.
Storia. Documentata come
sede di un ducato longobardo alla
metà del secolo VIII, passò poi alla
Chiesa che la dette in feudo ai
marchesi di Canossa che la
tennero sino agli inizi del secolo XII.
Contesa tra guelfi e ghibellini (rispettivamente Adelardi e Salinguerra),
prevalsa la parte guelfa, fece parte
della lega lombarda. Entrata in
seguito nei domini estensi per il
matrimonio (1184) di Azzo VI con
Marchesella degli Adelardi, tornò a
quest'ultimi nel 1240.
Clemente V la conquistò nel 1308, ma nel
1317 il vicario papale Roberto d'Angiò
fu espulso da una sommossa popolare che
richiamò gli Este. Con Ercole I
(1471-1505) Ferrara è centro della
cultura e della civiltà rinascimentale.
Il suo splendore continua sotto Alfonso I
(1505-34) e sotto Ercole II (1543-59),
arricchendosi anche di fermenti religiosi
per opera della duchessa Renata di
Francia che vi diffonde il calvinismo.
Dopo la morte di Alfonso II, privo di
eredi diretti, Ferrara fu devoluta alla
Chiesa (1598). La crisi economica e la decadenza che avevano contrassegnato
la città nel tardo '500 si aggravarono
sotto il governo dei cardinali legati.
Una breve ripresa si ebbe con il
cardinale legato fiume Carafa (1778-86).
Occupata dai Francesi nel 1796, fece
parte della Cispadana, e dal
1797 al 1799 della Cisalpina.
Dopo un periodo di occupazione
austriaca (1799-1801), fu incorporata
nel Regno d'Italia come
capoluogo del Basso Po. Restituita
dal congresso di Vienna allo Stato della
Chiesa (tuttavia con un presidio
austriaco), si ribellò nel 1831, ma fu
sottomessa da truppe austriache e posta
di nuovo sotto il Papa, in contrasto col
quale gli Austriaci tornarono ad
occuparla dal luglio al dicembre 1837 e
ancora l'anno successivo.
Si diede, poi, un governo provvisorio e nel febbraio 1849 si congiunse alla Repubblica
Romana, finché, in seguito a un
intervento austriaco, tornò a far parte
dello Stato della Chiesa, dal
quale si staccò definitivamente nel
giugno 1859. Venne infine annessa al Regno
d'Italia, nel marzo 1860, dopo un
periodo di governo autonomo.
Urbanistica e Monumenti. La città si presenta, sia nell'impianto
urbanistico che nella fisionomia
architettonica, come centro di
raffinata civiltà umanistica.
Proprio nel primo Rinascimento inizia la «Scuola Ferrarese»,
che, dopo i precedenti di un brillante
Trecento, vide l'esplosiva potenza (a cui
non fu estraneo l'influsso del Mantegna)
di Cosmè Tura, fiume Cossa, E. de Robertis.
Questo rigoglio pittorico continuò con
Lorenzo Costa, che innestò sulla
tradizione locale la gentilezza umbra e
alle cui tendenze innovatrici
parteciparono nel secolo XVI D. Panetti, G.
B. Benvenuti, l'Ortolano, e soprattutto
Giovanni Luteri, noto come Dosso Dossi, e
Benvenuto Tisi da Garofolo.
Nel secolo XVII C. Bonomi si aprì
all'influenza del Veronese e dei
Carracci, e nel secolo XVIII il paesaggista
G. Zola e G. Guedini si ispirarono ai
veneti. Verso la metà dell'800 G.
Boldini, G. Mantessi, C. Samenti, G.
Previati non smentirono la secolare
tradizione artistica.
La sistemazione attuale della città, che
è ancora quella tracciata da Biagio
Rossetti per ordine di Ercole I d'Este
nel 1492, ce la presenta racchiusa nella
cinta trapezoidale delle mura bastionate
culminante nella cittadella, con
alla base maggiore il nucleo medievale e,
verso la minore, la cosiddetta Addizione
Erculea. Scarsi i monumenti medievali:
tracce di preromanico nella ex-chiesa
di San Romano con piccolo chiostro
del secolo XII; la cattedrale fu iniziata
nel 1135 da maestranze lombarde (fianchi
dell'edificio) e alla fine del secolo XIII
vi fu aggiunto l'attuale prospetto
gotico tricuspidato che ha mantenuto
il vecchio protiro e il portale scolpito
da Niccolò nel secolo XII; la seconda
galleria e la Loggia dei Merciai furono aggiunte nel secolo XV; meravigliosa torre campanaria attribuita all'
Alberti; nell'interno affresco del
Bastianino e tele del Garofolo e del
Francia.
Il palazzo comunale (del secolo
XIII, riedificato nel secolo XX) con
scalone quattrocentesco nel cortile, si
sviluppa in una serie di edifici nel tono
prezioso dell' edilizia rinascimentale.
Il castello Estense, cinto da un
fossato e rafforzato da torri
angolari (secolo XIV) con elementi
anteriori (Torre dei Leoni del
secolo XIII), fu rinnovato e ampliato da B.
Rossetti e poi da Girolamo da Carpi;
nel suo interno si trovano la sala
dei giochi con opere
quattrocentesche di scuola ferrarese e la cappella protestante di Renata di
Francia.
Al rinnovamento umanistico appartengono numerose dimore decorate con
cornicioni, finestre ad arco, pilastri
angolari, bugnato: palazzi degli
Estensi (fra cui lo Schifanoia con gli affreschi della sala dei Mesi di fiume del Cossa, E. de Robertis e altri), palazzo Pareschi, palazzo
dei Diamanti, una delle opere più
belle di B. Rossetti con esterno a bugne
piramidali, fregio angolare a candelabro
e loggetta, la palazzina di Marfisa.
Si ricordano inoltre: il palazzo
di Ludovico il Moro, attribuito al
Rossetti, i palazzi Rondinelli,
Bevilacqua, Sacrati, Giglioli, Roverella con decorazioni in cotto, casa Cini,
casa Romei, ecc. Nell'architettura
religiosa, rinnovata nei secc. XV-XVI, San
Benedetto con opere dello
Scarseliino, San Cristoforo (forse del Rossetti) con lavori dello
Scarsellino e del Bastianino, e con
attigua la certosa, ora cimitero; San Francesco del Rossetti,
affrescata dal Garofolo; di A. Schiatti
sono: San Paolo con facciata in cotto e dipinti dello Scarsellino, C. Bonomi,
G. Pardini; la chiesa del Gesù con òpere di G. M. Crespi e G. Mazzoni
(terracotta della Deposizione).
Dei secc. XVII e XVIII: Santa Maria dei
Teatini con pala del Guercino, San
Domenico con campanile del secolo XIII
e facciata in cotto, l'ellittico San
Carlo (1612), il palazzo
dell'università e il monte di
pietà.
Il museo archeologico nazionale conserva ceramiche attiche del secolo VI;
la pinacoteca nazionale e il museo
lapidario hanno pitturedi scuola
ferrarese dal '300 al '500; il museo
dell'Opera del duomo conserva i
bassorilievi ducenteschi della cattedrale e le ante dell'organo dipinte da
Cosmè Tura; al museo Schifanoia si conservano medaglie, miniature, ecc.;
nella casa Romei vi sono
affreschi staccati.
Provincia di Ferrara. Ampia 2631,73 kmq e con 383.639 abitanti
(1971; densità 146 abitanti/kmq), occupa
l'angolo Nordest dell'Emilia-Romagna, con
limiti naturali a Nord (Po), a Est (Adriatico)
e a Sud (Reno); è molto piatta e ancora
parzialmente occupata da paludi salmastre
(Comacchio, vivai di anguille);
parte del territorio è dovuta alle
bonifiche, iniziate nel periodo estense;
le colture più fiorenti (cereali,
canapa, bietola da zucchero) alimentano
le ind. maggiori; numerosi i bovini;
discrete produzioni di torba e laterizi;
saline; industrie di fibre tessili
artificiali.