Città della Campania, capoluogo di
provincia con 48.523 abitanti (2005), situata
a 135 m di altezza in un'estesa conca
intermontana su una dolce pendenza di
collina (Colle della Guardia),
che si abbassa lievemente verso la
confluenza del Sabato nel Calore.
L'abitato si allunga seguendo la
direzione dei due fiumi. Dopo l'apertura
della ferrovia, avvenuta nel 1867,
le costruzioni si sono sviluppate a Nord e,
soprattutto, a Est. Da poco tempo un
quartiere sulla sinistra del fiume è in
notevole espansione. Linea ferroviaria
per Napoli, Termoli, Foggia.
Tra le industrie alimentari,
quella dolciaria, con la fabbricazione
del famoso torrone, e quelle dei
liquori e degli alcol, prodotti dalle
vinacce, hanno acquistato una prevalente
importanza. Tra le distillerie per la
produzione dei liquori, la più
rinomata è quella che produce il liquore
«Strega». Stabilimento per la
produzione dei biscotti.
Il territorio comunale, ampio 129,9 kmq e
con 55.381 abitanti (59.009 nel 1991),
presenta condizioni ambientali
contrastanti per la differenza di
altitudine. Nelle zone montane prevale la
cerealicoltura estensiva; colture
intensive lungo le valli Candida, Cubante, Calore (frutteti, vigneti, tabacco).
Storia. Antica città
del Sannio meridionale, fu chiamata
così dai Romani, che ne mutarono in Beneventum il primitivo nome di Maleventum e ne fecero una colonia latina (268 a.
C.). Congiunta dalla via Appia a Capua e a Brindisi,
nodo stradale di primaria importanza, fu
il perno dell' espansione romana nel sud
dell'Italia. Fedele a Roma durante la seconda
guerra punica, fu teatro di due
successive battaglie vittoriose dei
Romani sui Cartaginesi (214 e 212 a. C.).
Dopo la guerra sociale divenne municipio;
nel 42 a. C. vi fu dedotta una colonia di
veterani, accresciuta poi da Augusto.
nel Medioevo la città fu molto contesa per
la posizione che occupava nel Sannio.
Durante la guerra greco-gotica fu
conquistata nel 536 da Belisario e
quindi, nove anni dopo, ripresa da Totila
che ne fece demolire le mura. Con la
penetrazione longobarda nel Beneventano e
con la formazione del ducato di
Benevento, la città divenne uno dei
centri più importanti dell'Italia meridionale
Caduto il regno longobardo (774) e i
duchi di Benevento divenuti principi, la
città sembrò farsi depositaria delle
tradizioni longobarde.
Nei secoli seguenti dovette fronteggiare
gli attacchi dei Bizantini, dei Normanni,
degli imperatori e dei papi: in mano ai
Bizantini dall'891 all'895, passò per un
breve periodo (895-897) al marchese di
Spoleto Guido IV e tornò infine in mano
longobarda. In quegli anni sembrò
organizzarsi in forme di vita comunale.
nel 1051, infine, giurò fedeltà alla
Chiesa e scacciò i suoi principi;
anche al ritorno di costoro (1055), la
città rimase subordinata ai pontefici.
Estintasi poi la dinastia dei principi
longobardi (1077), fu governata da
rettori per conto della Chiesa, anche se
dal secolo XII troviamo nella città dei
consoli, magistratura abolita da Martino
IV (1281) e risorta, sia pure con
prerogative più ristrette, nel secolo XV.
Malgrado fosse sotto la signoria
pontificia, Benevento fu contesa
ancora da imperatori e da re: occupata
nel secolo XIII da Federico II (1241-50) e
da Manfredi di Svevia (1258-66), nel secolo
XV da Ladislao (1408) e da Giovanna II
d'Angiò (1414), fu quindi retta dal 1443
da Alfonso I d'Aragona, come vicario di
Eugenio IV. Restituita a Pio II da
Ferdinando I, questi la rioccupò per
breve periodo durante la guerra di
Ferrara nel 1482. Nel 1528 fu per
poco tempo occupata dalle truppe di Carlo
V e, dal 1768 al 1774, dai Borboni di
Napoli.
nel 1799 entrò a far parte della Repubblica
Partenopea, alla cui caduta ritornò
alla Santa Sede. Nel 1806
Napoleone volle fame un principato
autonomo, del cui titolo insignì il suo
ministro Talleyrand: nel 1815 il congresso
di Vienna restituì la città e il
territorio beneventano al pontefice Pio
VII.
Durante i moti carbonari del 1820-21 nel
Napoletano, Benevento aderì alla
rivoluzione, ma le truppe austriache,
scese nell'Italia meridionale per domare
l'insurrezione, l'occuparono nel marzo
1821 e la riconsegnarono al Papa. Nel
1860 fu occupata dai garibaldini:
dichiarata capoluogo di provincia con decreto di Garibaldi, passò come
tale al Regno d'Italia. Nel
corso della seconda guerra mondiale, fu
più volte bombardata e fu occupata dalle
truppe anglo-americane il 3 ottobre 1943.
Urbanistica e Monumenti. Le antiche mura, che risalgono
all'epoca longobarda, dividono la parte
vecchia della città compresa tra i fiumi Sabato e Calore. L'arco
dedicato a Traiano è il monumento
più importante del periodo romano, di
cui si conservano, nei dintorni, alcuni
ponti, resti di un teatro e di un iseo.
Pochi, invece, i resti della dominazione
longobarda: fra questi i resti della chiesa
di San Ilario a Porta Aurea, la
cripta del duomo (secolo VIII) e,
soprattutto, San Sofia, fondata
nel 762 da Arechi II.
La struttura primitiva della chiesa è
stata trasformata nei secoli, per cui
l'originaria pianta centrale si è
arricchita di un estraneo impianto
ottagonale. Rimangono nell'interno
impodanti affreschi di una accentuata
impronta bizantineggiante, che si
riallacciano alla corrente carolingia di San
Vincenzo al Volturno (secolo IX). Il chiostro adiacente alla chiesa è stato
definitivamente attribuito all' età
romanica. Il duomo, della prima
metà del secolo XIII, venne distrutto
dagli ultimi eventi bellici. Il ponte
sul Calore, del Vanvitelli, è
l'opera certamente più interessante
della città nuova. Frammenti di sculture
altomedievali sono conservati nel museo.
Provincia di Benevento. Ampia
2.061,12 kmq e con 313.020 abitanti (286.499
nel 1991), è divisa amministrativamente
in 77 comuni. Ha forma di una
grande conca compresa nel bacino del
medio e basso Calore. Industrie
per l'estrazione della bauxite (Cusano
Mutri) e di scisti bituminosi (Morcone);
miniere di marmo (Vitulano);
sorgenti di acque minerali (Telese);
colture foraggere; barbabietola da
zucchero.