Città del Veneto, capoluogo di
provincia, con 99.451 abitanti, situata a 39 m di
altezza alla confluenza del Retrone con il Bacchiglione ai piedi dei monti Berici. Nodo stradale;
industrie varie (lanifici, cotonifici,
setifci,alimentari, meccaniche, sostanze
concimanti e disinfettanti per l'agricoltura).
E' sede di una fiera campionaria,
di una mostra laniera, di un salone
internazionale della ceramica e di
una mostra nazionale dell'oreficeria.
Il territorio comunale, ampio 80,4 kmq,
conta 116.620 abitanti (98.019 nel 2001).
Storia. L'antica Vicetia (anche Vicentia) fu città dei
Veneti. Ricevette la cittadinanza romana,
come tutta la Gallia Cisalpina, nel 49 a.
C. da Cesare e da allora fu un
municipio fiorente retto da quattuorviri.
E' ricordata nelle fonti itinerarie, cosa
che dimostra come essa ebbe una certa
importanza, anche se inferiore a Padova e a Verona. Sede di uno dei ducati
longobardi (sec. VII), nel sec. X
appartenne alla marca di Verona.
Durante la lotta tra Impero e comuni,
formò con Padova e Verona (1164) la lega della Marca Veronese che si fuse poi (1167) con quella lombarda.
Tra l'alternarsi del regime podestarile e
quello consolare, nel 1236 cadde sotto il
dominio di Ezzelino III da Romano; poi
passò a Padova e dall 1311 al 1387
appartenne agli Scaligeri. In seguito fu
soggetta a Giangaleazzo Visconti e nel 1404 si diede alla Repubblica di
Venezia, alla quale rimase fino al trattato
di Campoformio (1727), salvo un breve
periodo (1509-15) quando fu oocupata
dagli imperiali. Entrò poi a far parte
del Veneto e venne sottoposta al dominio austriaco, da cui venne
liberata nel 1866 con la terza guerra
d'indipendenza; entrò allora a far parte
del Regno d'Italia.
Urbanistica e Monumenti. Nella città moderna, che si svolge lungo
un asse principale (corso Palladio)
è visibile l'antico impianto ortogonale
romano. Numerosi i resti d'età romana: il teatro, un ponte, l'acquedotto,
ecc.
Del periodo paleocristiano restano
il sacello di S. Maria Mater Domini (sec. VI) annesso alla chiesa dl S.
Felice del sec. V, che è stata
riedificata nel sec. X. Scarse le
testimonianze romaniche (S. Silvestro).
Ai secc. XIII-XIV appartengono le fortificazioni
scaligere, numerose chiese
gotiche (S. Corona con
tribuna di Lorenzo da Bologna, dipinti di
Giovanni Bellini e del Veronese, S.
Lorenzo con monumento barocco di G.
B. da Porto; la chiesa dei Servi), il duomo, in forme di
transizione dal gotico al rinasciment., i palazzi gotico-fioriti Regaù, Longhi-Zen,
la casa Pigafetta, San
Michele, il palazzo
gotico-rinascimentale di Caldogno, i
palazzi gotico-veneziani Colleoni-Porto, Porto-Breganze già del sec. XV, Thiene, ecc.
Interessante è la ricca fioritura edilizia
rinascimentale testimoniata dalla Loggia
Zeno, in maniera Lombardesca, da San
Rocco e S. Pietro con annessi chiostro e
oratorio, dai palazzi Negri, Segala,
mentre di transizione fra il '400 e il
'500 possono considerarsi il Monte di
Pietà di Bernardino da Milano, la villa
Cricoli, il palazzo Gualdo.
Al Palladio si deve il rinnovamento
edilizio e stilistico di gran parte della
sua città natale: il doppio ordine
di logge serliane della basilica, i palazzi
Civena-Trissino, Chiericati, Porto-Barbaran, Valmarana,
a ordine gigante, la Loggia del
Capitano, il teatro Olimpico ultimato dallo Scamozzi con scena
architettonica fissa a prospettive e
decorazioni a stucco. Lo Scamozzi
continuò la tradizione palladiana con i palazzi
Bonin-Longare, Godi-Nievo, Trissino-Baston,
ecc.
Il barocco trovò suo felice
rappresentante in C. Borella al quale si
devono i palazzi Montanari, Barbieri,
la chiesa dell' Aracoeli di derivazione
borrominiana. Nel sec. XVIII numerose le
opere di G. Massari (palazzo Vecchia-Romanelli)
e di F. Muttoni (Monte di Pietà,
palazzi Velo-Vettore, Repeta-Sale, ecc.).
Un ritorno al classicismo palladiano è testimoniato dai palazzi la
Cordellina, Zileri dal Verme, Pagello-Beltrame,
ecc. e nel sec. XIX dal palazzo
Franco, dal cimiteo monumentale,
ecc.
Il museo Civico ha un'importante pinacoteca. Si ricorda inoltre
la biblioteca civica Bertoliana.
nelle immediate vicinanze di Vicenza,
notevoli la Rotonda di A. Palladio con affreschi di C. Dorigny, la villa
Valmarana con affreschi del Tiepolo,
il santuario della Madonna di Monte
Berico, ampliato dal Palladio.
Provincia di Vicenza. Ampia 2.722 kmq e con 677.884 ab. (2001;
densità 249 ab./kmq), suddivisi in 121
comuni, comprende il gruppo dei monti
Berici, una parte delle Prealpi
Venete e un'ampia fascia di pianura
fertile e ben irrigata, dove si coltivano cereali, barbabietole, tabacco, olivo,
frutta, vite e gelso. Sviluppato è l'allevamento
del bestiame (bovini). Industrie
varie (tessili, siderurgiche,
meccaniche, idroelettriche).