Il fiume Ticino nasce dai ghiacciai in Svizzera sul Gottardo,
il fiume si immette poi nel lago
Maggiore e ne esce nel comune di Sesto
Calende, percorrendo un centinaio di
chilometri prima di confluire nel Po a sud di Pavia.
L'intera fascia
fluviale pianeggiante (anche nel tratto
di sponda in Piemonte) appartiene al
parco ed è zona protetta: dopo molti anni di gestione,
grazie anche alla depurazione
svolta dal lago Maggiore, si
può constatare che il Ticino è il
fiume italiano dalle acque più
pulite, maggiormente tutelato e soprattutto
ricco di ambienti naturali con enormi
attrattive.
Il fiume è facilmente raggiungibile dalle città che
si sviluppano vicino alle sue rive (Novara,
Gallarate, Vigevano, Abbiategrasso, Pavia e ovviamente Milano), la valle
del Ticino inizialmente risulta
incassata tra alte rive.
Poi il
suo corso si allarga con grandi zone boscose e
infine diventa il tipico corso d'acqua delle zone di pianura, con ramificazioni e isolotti, che insieme alle zone di
fontanili e risorgive tendono a favorire lo
svilupparsi di una rigogliosa vegetazione
fluviale. Il letto del fiume è largo da 60 a 400
metri mentre la profondità varia da uno a sei
metri.
Il tratto in alta pianura (110 metri di quota) parte da Sesto
Calende a Tornavento (Lonate Pozzolo). Sulle sponde si sviluppano
boschi misti con cerro, farnia, olmo,
pioppo nero e bianco e nel sottobosco si può travare la felce reale (Osmunda
regalis). In parecchi tratti si possono trovare lembi di brughiera, come
vicino a Gallarate, dove la brughiera
è associato alla betulla.
Il tratto intermedio, da Tornavento a Bereguardo, con argini meno
ripidi, è caratterizzato dall'ontano nero, i
cui boschi confinano con le risaie.
L'ultimo tratto di "bassa Padana"
è una susseguirsi di
fanghiglia, zone palustri e lanche, con
pioppi e salici e con isolotti in ghiaia
periodicamente coperti dalle piene. La
confluenza nel fiume Po assume un aspetto
"deltizio", coperto
in parte dal meraviglioso bosco Negri. Numerose le specie vegetali censite all'interno del bosco (più di 500).
La fauna nel parco è formata
dalle numerose specie autoctone e da
quelle reintrodotte (capriolo, cinghiale,
daino, fagiano, coniglio selvatico,
lontra, testuggine) e vivono nel parco anche scoiattoli, puzzole,
lepri, moscardini, ricci e, diversi rettili come il biacco.
Gli uccelli comprendono gruppi di airone rosso
e cenerino, garzetta e nitticora, diverse
specie di anatre, la
pavoncella, il picchio verde, il martin pescatore, l'upupa,
il succiacapre.
I rapaci annoverano il
falco di palude, la
poiana, il nibbio bruno, il gufo, l'allocco. Nelle acque
fluviali vivono diversi pesci di acqua dolce quali la trota, il luccio, il persico
reale, l'anguilla; il pesce siluro e
il pesce gatto sono stati immessi dall'uomo.
Negli stagni che confinano con i
boschi si può incontrare il rospo bruno
lombardo.
La possibilità di visitare in lungo e in largo il parco si presenta,
oltre che in una capillare rete di sentieri,
in percorsi ciclabili, a cavallo e in
barca. Mostre e feste vengono
organizzate dai guardia parco, che consentono al visitatore di essere accompagnanto in indimenticabili itinerari guidati.