Messina


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Città di Messina



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Messina, Città e provincia

Città della Sicilia, sulla costa nordorientale dell'isola, con 203.937 abitanti, capoluogo di provincia, situata sulla costa occidentale dello Stretto che da essa ha preso il nome, su una piana alluvionale solcata da numerosi torrenti: San Licandro, Giostra, Trapani, Boccetta, Portalegni e Zaera. Il Porto, protetto dalla penisola falciforme di San Ranieri, è discretamente attivo con un movimento di 400.000 tonnellate annue di merci in media; efficiente il servizio di traghetti delle Ferrovie dello Stato che attraverso lo Stretto provvede al trasporto di passeggeri e merci. E' inoltre, capolinea di servizi di aliscafi.

Il centro, che in origine occupava la penisola di San Ranieri e la zona del porto, si è in seguito molto esteso verso la parte meridionale specialmente dopo il terremoto del 1908. Tra le industrie, notevole quella della birra. Il territorio comunale, ampio 211,7 kmq, conta 250.656 abitanti.

Storia. L'antica Messina, chiamata Zancle (nella lingua sicula: falce) fu fondata dai Calcidesi forse prima di Reggio, nell'ultimo quarto del sec. VIII a. C. Dopo la fine della rivolta ionica (494), Ioni esuli entrarono a Zancle; in seguito Anasilao, tiranno di Reggio, vi introdusse molti Messeni; si ebbe allora un lungo periodo di lotte tra greci di origine ionica e greci di origine dorica che vide alla fine prevalere questi, che dettero a Zancle il nuovo nome, Messana.

Più tardi, Messina entrò nel dominio siracusano, e nel 396 subi la distruzione da parte cartaginese. Nel 289 fu occupata dai Mamertini, mercenari di Agatocle; appunto la condotta dei Mamertini causò l'inizio della prima guerra punica. Fu città federata dei Romani, abbastanza fiorente in età repubblicana.

Sede vescovile dal secolo V del patriarcato bizantino, nella guerra greco-gotica assolse il molo di piazzaforte, prima dei Goti, poi dei Bizantini. Occupata dagli Arabi nell'843, segui le successive vicende della Sicilia. I Normanni valorizzarono la sua posizione geografica e ne fecero uno dei centri della loro espansione mediterranea. La prosperità cui allora assurse continuò sotto gli Svevi, sebbene Federico Il nel 1232 vi stroncasse una violenta ribellione. Ribellatasi durante la rivoluzione del Vespro a Carlo d'Angiò il 28 aprile 1282, godette del favore degli Aragonesi fino ai tempi moderni.

Tra il 1806 e il 1815 fu il centro della difesa militare borbonica contro i Francesi occupanti il continente, e altresì dei tentativi di sobillazione e restaurazione della vecchia monarchia sul territorio napoletano. Lo sviluppo del porto fu peraltro ostacolato dalla ristrettezza della politica economico-commerciale dei Borboni dopo la Restaurazione e la città fu, anche per questo motivo, attiva nei moti costituzionali del 1820-21, durante i quali, oltre alla lotta antiborbonica, svolse un ruolo importante di opposizione alla egemonia palermitana e alle tendenze separatistiche siciliane.

Ouando poi fu schiacciato il regime costituzionale, si ebbe a l'ultimo fermento rivoluzionario del Sud, per opera del gen. Rossaroll (25 marzo 1821), ove si ebbero anche i prodromi della rivoluzione del 1848 con l'agitazione del 3 settembre 1847. Lunga e valorosa fu, dopo lo scoppio dei moti in tutta la Sicilia, la resistenza messinese agli attacchi navali borbonici. Le truppe napoletane vi resisterono invece saldamente durante la spedizione garibaldina in Sicilia e la sua cittadella cadde soltanto il 12 marzo 1861.


Distrutta dal terremoto del 28 dicembre 1908, fu in seguito ricostruita, ma nuovi gravissimi danni le furono inferti dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale. Le truppe alleate vi entrarono il 17 agosto 1943.

Urbanistica e Monumenti. Dopo il terremoto del 1908 la città è stata costruita sul piano di L. Borzì secondo moderni criteri antisismici. Il duomo, ricostruito nelle sue forme originarie, conserva pochi resti antichi e frammenti di mosaici bizantini del '300; numerosi i monumenti superstiti: l'Annunziata dei Catalani (sec. XII), la gotica San Francesco, le splendide fontane d'Orione e di Nettuno del Montorsoli, ecc. Del sec. XIX: il teatro e il cimitero; del secolo XX: gli edifici universitari e il palazzo di giustizia di Piacentini.

Il museo nazionale accoglie opere del Caravaggio e frammenti decorativi di palazzi e chiese distrutte. Importanti biblioteche, di cui la maggiore è quella universitaria formatasi con i fondi librari dei gesuiti e oggi ricca di 100.000 libri, oltre all'archivio provinciale di Stato.

Notevoli le testimonianze dell'arte tipogratica: mentre di Palermo si ha l'unico documento di stampa nelle Consuetudines Urbis Panormi del 1478 (stampatore Andrea Uyel di Worms), Messina nel medesimo anno ebbe otto libri impressi da Enrico Alding, che proveniva da Napoli. Successivamente vi operarono altri tipografi tedeschi. L'incunabolo messinese più antico è una Vita di San Girolamo, in caratteri tondi, con la data 15 aprile 1478.

Provincia di Messina. Ampia 3247 kmq e con 654.703 abitanti nel 2005 (densità 201 ab./kmq), ha un territorio montuoso, che comprende le catene dei Peloritani e dei Nebrodi. Numerosi i corsi d'acqua, anche se non molto importanti, come la Tusa e il San Fratello. L'economia è prettamente agricola: agrumi, olivi, vigneti, ortaggi costituiscono le maggiori risorse. Abbastanza notevole la pesca nello stretto e nelle acque delle isole Lipari.

Stretto di Messina. Braccio di mare tra la Sicilia e la penisola italiana, largo 3200 m nel tratto Villa San Giovanni-Messina. Mette in comunicazione lo Ionio con l'Adriatico ed è caratteristico per delle correnti di marea che lo percorrono da Nord a Sud (rema montante) e viceversa (rema discendente) alternandosi ogni 6 ore.

Le controcorrenti causano dei vortici pericolosi, che, nell'antichità, crearono la triste fama dello stretto. Le sue acque sono molto pescose; caratteristico della zona è il pesce spada. Dal 1956 è in funzione un elettrodòtto che collega le due sponde dello stretto, mentre è in progetto un ponte per unire le due rive.