Storia dell'Abruzzo


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Storia e origini dell'Abruzzo

L'Abruzzo era già abitato in età Paleolitica, abitata da popolazioni di stirpe mediterranea, che continuò ad affluire anche nel Neolitico e lungo tutto il primo millennio avanti Cristo.

Nella Valle della Vibrata esistono molte testimonianze di questa popolazione, con villaggi a capanni circolari.

In seguito, la Regione fu abitata da popolazioni di ceppo indoeuropeo quali i Sabini, i Marsi, i Peligni e i Frentani. La vittoriosa politica di espansione perseguita da Roma portò, nel corso dei secc. IV e III a. C., all' assoggettamento delle popolazioni indigene ed alla loro associazione al dominio romano, salvo la breve parentesi di indipendenza durata dal 91 all'88 a. C., in conseguenza della guerra sociale.

Augusto attuò una divisione della penisola italica e l'Abruzzo andò a formare la Provincia Valeria, uno dei primi territori aperti all'influsso del cristianesimo, con molti monasteri fondati proprio in quel periodo.

L'invasione longobarda non risparmiò l'Abruzzo dalle devastazioni, e nel 572 il suo territorio venne incorporato nel ducato di Spoleto con il nome di provincia dei Marsi o Marsia.

in seguito fu suddiviso in diversi contadi tra i quali la Sabina, che venne annessa al dominio del Papa intorno al 939. Verso la metà del sec. XII, i Normanni occuparono tutto il territorio abruzzese, annullando qualsiasi autonomia locale. Fu successivamente conquistato dall'imperatore Enrico VI e seguì quindi le sorti del regno di Napoli nelle lotte tra gli Svevi e la Chiesa.



Nei secoli che seguirono, Durazzeschi, Angioini e Aragonesi si disputarono il possesso della regione che lasciarono in preda a lotte intestine e al banditismo. Terremoti devastatori colpirono l'Abruzzo nei primi anni del sec. XVIII, durante la guerra tra Spagnoli ed Austriaci. Nel 1738 passò ai Borbone di Napoli, sotto il cui dominio rimase fino all'annessione al regno d'Italia avvenuta nel 1860.