Informazioni Lazio


Lazio, la regione della Capitale


Lazio

Regione Lazio, Roma, arte e turismo

Regione dell'Italia centroccidentale, ampia 17.502 kmq e con 4.689.482 abitanti (densità 267 ab./kmq). Città principale: Roma con 2.781.993 abitanti al censimento del 24 ottobre 1999 e con 3.490.377 abitanti nel territorio comunale. Ha forma rettangolare, allungata parallelamente al Tirreno, sul quale si affaccia per c. 280 Km, tra le foci dei fiume Chiarone e Garigliano. Verso Nordovest si spinge, con parte della provincia di Rieti, al di là dello spartiacque appenninico nel versante dell' Adriatico, comprendendo l'alto corso del fiume Tronto.

in realtà non costituisce un'unità fisica ben definita, essendosi ampliato a più riprese, anche dopo l'unità d'Italia. I maggiori rilievi sono formati da gruppi calcarei mesozoici e cenozoici; il più elevato, interamente laziale, è il Terminillo (m 2213); notevoli sono inoltre i massicci dei monti Sabini, Simbruini, Ernici, del monti Gennaro, della Meta (m 2247, at traversato dal confine con la Campania), l'isolato monte Sonotte e i gruppi antiappenninici dei Lepini, Ausoni e Aurunci. Di natura vulcanica e recenti sono i gruppi dei Vulsini, Cimini, Sabatini e Colli Albani, più antichi sono gli apparati, fortemente erosi, della Tolfa, dei Ceriti e degli Ernici.

Maggiore elemento dell'idrografia laziale è il Tevere, che ne fa parte però solo con il corso inferiore, a partire dalla confluenza con la Nera; tra gli affluenti è interamente laziale l'Aniene, che confluisce presso Roma. Il Velino nasce in territorio laziale, ma entra in Umbria poco prima di confluire nella Nera; inoltre parte del suo bacino (alti corsi dei fiumi Salto e Turano) si trova in territorio abruzzese. Nella parte meridionale è interamente laziale il bacino del fiume Sacco, mentre lo è solo parzialmente quello del Liri.

La regione pontina, già paludosa, è drenata dal canale Sisto. nella zona settentrionale sono compresi i piccoli bacini degli emissari dei maggiori laghi del Lazio il Marta dal lago di Bolsena, l'Arrone dal lago di Bracciano. Questi laghi, come quelli minori di Vico, di Albano, di Nemi, sono di tipo craterico, appunto perché occupano cavità di crateri. Da segnalare inoltre una notevole idrografia sotterranea nelle masse calcaree carsificate, generalmente aride nella parte sommitale.

La costa è bassa, con ampie falcature, poco datata dal punto di vista portuale: Gaeta è l'unico porto naturale, Anzio è un modesto riparo come Terracina, Civitavecchia è in gran parte artificiale. Il clima è fortemente influenzato dal mare e dall'altimetria; presso la costa vengono mitigati gli estremi di temperatura, soprattutto in inverno (medie di gennaio di c. 10°C, di agosto di c. 25°C); inoltrandosi nelle regioni interne e più elevate l'inverno diventa man mano più rigido, e aumenta l'escarsione annua. Lungo le coste la piovosità si mantiene attorno ai 600-700 mm annui, mentre sui rilievi si hanno precipitazioni maggiori, che possono anche superare i 2000 mm. La distribuzione della pioggia ha due massimi, in autunno (più accentuato) e in primavera.

La vegetazione spontanea era formata da macchia mediterranea nella zona costiera, con estesissime pinete, mentre sul rilievi ampie erano le zone boschive. Ora l' agricoltura ha modificato il mantello vegetale, e la copertura originaria si mantiene solo nelle regioni meno ospitali (Vulsini, Sabatini, Tolfa). nella zona meridionale della regione è stato adibito a Parco Nazionale un settore del monte Circeo, per la conservazione degli elementi floristici e faunistici originari.

I boschi coprono oggi circa 1/5 del territorio, del quale oltre la metà è ormai dedicata alle colture erbacee. Un 10% circa è interessato da colture legnose, altrettanto da colture foraggere. Il suolo non è molto fertile, nonostante la diffusione di terreni di origine vulcanica, anche per l'affiorare su vaste estensioni dei terrenicalcarei. Neppure le pianure maggiori, in gran parte bonifica te recentemente, hanno una grande fertilità.

Tra le colture prevale quella del frumento, su oltre 300.000 ha, ma con rese (al massimo 18 q/ha) inferiori alle medie italiane; ancor minore l'importanza del granturco e dell'avena, insignificanti le produzioni di orzo e segale; per nessuno di questi cereali il Lazio è autosufficiente. Notevolmente aumentata la produzione di patate (circa 3 milioni di quintali). Le pianure di recente bonifica e il Viterbese sono in gran parte utilizzati mediante colture orticole, di importanza sempre maggiore nell' economia regionale; tra le più cospicue produzioni nazionali si segnalano quelle dei carciofi, dei pomodori, dei cavolfiori, ecc.

Dalle colture foraggere si ricavano annualmente circa 12 milioni di q di fieno. Tra le colture arboree prevalgono nettamente il vigneto e l'oliveto; la vite è diffusa soprattutto nei distretti vulcanici. e la produz. di uva (oltre 6 milioni di q) e di vino (3,6 mil.ioni di hl) sono tra le maggiori d'Italia; notevole l'esportazione di vini tipici da pasto (vini dei Castelli, di Montefiascone, ecc.). Il vigneto si sta diffondendo sempre più, come come pure l'oliveto in coltura specializzata, prevalentemente nelle regioni calcuee (Sabina), con discreti rendimenti. Abbastanza estesi i frutteti, in forte aumento l'area destinata agli agrumi (conca di Fondi, piana di Gaeta). in buon incremento le colture della barbabietola da zucchero e del tabacco.

Da segnalare, la floricoltura nella prov. di Roma (garofani; tulipani). in fase di netto miglioramento il patrimonio zootecnico, nel quale a una forte diminuzione nel numero degli ovini e dei caprini, fa riscontro un notevole incremento del numero dei bovini. In forte diminuzione, quindi, la pratica della transumanza ovina. Discreta importanza presenta l'industria peschereccia: i maggiori porti sono Civitavecchia, Anzio e Gaeta, ma abbastanza praticata è anche la pesca nelle acque interne, nei laghi costieri della zona pontina (laghi di Paola, di Fogliano).

Le risorse minerarie sono virtualmente assenti (caolino e allume nei monti della Tolfa); abbastanza diffuse le cave di materiale da costruzione (calcare, tufo, pozzolana), di travertino e marmo. Numerose le sorgenti minerali e termali (da ricordare quelle di Fiuggi, di Bagni di Tivoli, ecc.). Notevoli le centrali idroelettriche poste sui fiumi Liri, Aniene, Salto e Turano, come importante è quella termoelettrica di Civitavecchia; tuttavia la potenza prodotta è insufficiente per il fabbisogno regionale.

Le industrie sono molto diversificate, ma nessuna è di grande entità: prevalgono le industrie chimiche, farmaceutiche, di fabbricazione di attrezzi agricoli e di oggetti di precisione, concentrate in massima parte a Roma; in declino le cartiere del Liri, in aumento gli zuccherifici (Rieti, Latina); a livello artigianale la produzione di ceramiche (Viterbese); diffuse le fabbriche di laterizi.

La regione si divide in 371 comuni, facenti capo a 5 province. Come numero di popolazione seguono, a Roma, Latina e Viterbo, con poco più di 50.000 abitanti; le cittadine di Velletri, Civitavecchia e Tivoli hanno più abitanti degli altri due capoluoghi provinciali, Rieti e Frosinone.

Roma è un grande mercato di consumo, e si trova su un nodo di traffico di importanza nazionale; in gran parte basata sull' antica rete di strade consolari, fa capo a essa tuttora tutta la rete stradale italiana; le maggiori vie che ne partono sono l'Aurelia (per Genova-Ventimiglia-Francia), la Cassia (per Bologna e tutta la pianura padana), la Flaminia (per l'Adriatico); le comunicazioni verso il Meridione si impostano sul vecchio tracciato dell' Appia, ma utilizzando ormai altre antiche vie (Domiziana). Oltre a queste, ora da Roma partono moderne autostrade (per Milano, Napoli, Civitavecchia). Di poca importanza il traffico che giunge nel Lazio dal mare, molto notevole è invece quello che si verifica negli aeroporti di Ciampino, ora destinato ai servizi interni, e soprattutto in quello di Fiumicino, intercontinentale.

Da segnalare che Latina, seconda città del Lazio, è stata fondata solo recentemente in seguito alle bonifiche, e si sviluppa con pianta quasi perfettamente geometrica nelle ex paludi pontine.



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