Gastronomia Marchigiana


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Gastronomia e Cucina Marchigiana


Il percorso lungo gli itinerari gastronomici delle Marche è ricco di gradite sorprese: monumenti e capolavori d'arte, boschi generosi di tartufi e funghi, tante deliziose specialità locali.

Partendo idealmente da Acqualagna, cittadina di lontane origini, testimoniate dall'abbazia di San Vincenzo, costruita nel IX secolo, e dalla Fortezza sul Candigliano, un viadotto di età augustea sull'antica via Flaminia. Nei boschi che la circondano si trovano non solo il cervo europeo, il lupo appenninico e l'aquila reale, ma anche sua maestà il tartufo.

Il periodo privilegiato per la raccolta delle specie più pregiate di tartufo va da gennaio a dicembre: il tartufo bianco di Alba o Acqualagna, il nero pregiato di Norcia o Spoleto, il bianchetto e lo scorzone estivo (tartufo bianco da ottobre a dicembre; tartufo nero da dicembre a febbraio; bianchetto o marzuolo da gennaio ad aprile; scorzoni in estate e autunno). Fra ottobre e novembre ad Acqualagna si tiene la Fiera nazionale del tartufo bianco, appuntamento di rigore per migliaia di appassionati.

A Urbino, non dovreste perdetevi neppure la casciotta di Urbino, formaggio Dop prodotto con latte di pecora intero e latte vaccino, che può vantare tra i suoi più illustri estimatori Michelangelo Buonarroti.

Da Urbino, dopo 40 km, si giunge a Carpegna, conosciuta dai gourmet non solo per il palazzo Carpegna, del XVII secolo, ma soprattutto per il prosciutto Carpegna. Dato il particolare microclima della zona conferisce una qualità eccezionale alle cosce di maiale, salate e lavorate secondo una tradizione che risale al 1400 (la stagionatura non dura meno di dodici mesi). Altrettanto gustosi i formaggi, le caciotte e il pecorino in foja de noce del Montefeltro, preparazione assai particolare, ancora molto diffusa a Carpegna e in tutto il Montefeltro.

Il pecorino in foglia di noce è un tipico formaggio da tavola di latte esclusivamente ovino, di pasta morbida e compatta, tipico della zona del Montefeltro. Il suo sapore caratteristico è dovuto al particolare metodo di stagionatura, che avviene in due fasi Dapprima le forme, poste su graticci, sono passate con una bagna di aceto e olio. Poi, per un periodo di quaranta giorni, sono fatte maturare in appositi barili, inframmezzate da foglie di noce fresche: la pasta assume così un profumo spiccato, molto gradevole. Il pecorino in foglia di noce è ottimo accompagnato da marmellate di gusto asprigno.