Pensando all'artigianato
valdostano viene immediata l'associazione
d'idee con la grolla,
grande calice in legno che la tradizione
fa risalire al Sacro Graal.
Tale recipente ha nel legno il suo grande protagonista così come molte opere dell'artigianato della valle: dai sabot, gli zoccoli dei contadini, alle coppe
dell'amicizia nelle quali bere il caffè
valdostano; dai contenitori
per il burro riccamente decorati ai
caratteristici taglieri per la polenta.
E ancora
i vasi, le culle , gli oggetti per la
casa, tutto quello che si
poteva ricavare intagliando il legno nelle fredde serate
d'inverno.
Una tradizione, quella dell'intaglio,
che è stata conservata e che
si è sviluppata, finendo spesso
per passare dalla dimensione
artigianale a quella artistica vera
e propria. Per capire meglio
l'artigianato valdostano la dimensione
ottimale è senza dubbio una visita alla
millenaria Foire de Saint Ours (Fiera
di Sant'Orso), che si svolge
tutti gli anni nel centro del capoluogo il 30 e 31
gennaio.
In questa occasione arrivano in
Aosta moltissimi artigiani della valle,
da quelli che producono le semplici
ceste per il fieno, o le scale, a chi ha
fatto dell'intaglio e della scultura del
legno un'arte. E sovente infatti le
sculture in legno giungono sui banchetti
soltanto in esposizione, perché già state prenotate e vendute l'anno
prima.
Non di solo legno, però, è composto
l'artigianato valdostano: bellissimi
e graziosissimi sono i pizzi che ancora
oggi le dentellières della valle di Cogne lavorano, seguendo la tecnica importata secondo
la tradizione
da alcune monache benedettine fuggite dal monastero di Cluny.
I decori si
ispirano all'ambiente e alla fauna locali
e sono rigorosamente tramandati a
memoria. Molto meno raffinati sono invece i draps della Valgrisenche, tessuti
grezzi realizzati in lana di
pecora secondo una
antichissima tradizione, e utilizzati oggi
come complementi d'arredo.