La Riserva delle Agoraie,
sita nel comune di Rezzoaglio, ospita
una flora caratteristica delle regioni artiche,
estesa attorno a piccoli laghetti di origine glaciale e a torbiere.
Il fenomeno è dimostrato da un
accumulo morenico presso lo stagno
Piccolo e dalla presenza, in
altri stagni, dello scirpo cespitoso
(Scirpus cespitosus), una piantina che
in Groenlandia si trova fino a
16 altezza di 3.000 metri.
Vivono alle Agoraie anche diversi
tipi di carice, il cui habitat tradizionale
supera i 70 gradi di latitudine nord. Le
sponde del lago Riondo comprendono
una specie comparsa in antichità
presente soltanto in questo luogo lungo l'intero Appennino:
è illicopodio inondato (Lycopodiella
inundata). È presente la rosolida (Orosera rotundifolia), una pianta
carnivora che mangia insetti.
Ma la maggiore rarità si può osservare
sui fondali del lago degli Abeti:
molti tronchi di abete bianco vecchi di
2.500 anni. Una pozza d'acqua fredda e il gelido clima li hanno conservati
per millenni, anche se sembrano caduti
in acqua da poco.
L'Artico d'Italia Partendo da Chiavari si sale
nella valle attraversata dal torrente Sturla fino a Borzonasca, dove
ha inizio il parco, esteso a nord
fino a Santo Stefano d'Aveto nell'alta valle omonima, e che
comprende anche una parte della val
Graveglia. L'ambiente è di montagna,
con le maggiori alture dell'Appennino (monte Maggiorasca, 1.800 m; monte
Penna, 1.735 m; monte Groppo
Rosso, 1.593 m). I paesaggi sono
svariati, perché è diversa la loro composizione
rocciosa.
I monti più alti sono costituiti
da ofioliti (le "pietre verdi"
di origine vulcanica), con pareti
pendii, creste e guglie che ospitano
ampi pascoli e qualche faggio; alle
quote più basse prevale la copertura
sedimentaria, che ammorbidisce i rilievi,
coperti da fitti boschi di conifere
(pino silvestre, pino nero, abete rosso e
bianco, ottenuti da
rimboschimenti).
I boschi più grandi sono quelli
del monte Penna, del monte
Zatta e delle Lame, per un
complesso di quasi 1.000 ettari. Nella val
d'Aveto è praticato tuttora
l'allevamento del bestiame, con
produzione di un golosissimo formaggio
locale. La miniera di manganese di Gambatesa in val Graveglia, presso Ne,
è considerata un'attrazione turistica, con
la presenza di un trenino che percorre parte della
rete di gallerie presenti. Nonostante il territorio
del parco sia esposto sul versante
sud dell'Appennino, la pioggia
è molto frequente, così come la neve
in inverno.
La relativa vicinanza con la costa comporta frequenti
nebbie, e conseguentemente l'umidità ha
favorito la presenza di
flora che di solito si trova molto
più a settentrione. L'alta valle dell'Aveto fu raggiunta dalle glaciazioni, che
vi hanno lasciato molte tracce
nella Riserva delle Agoraie.
Gli animali del parco comprendono
da diverso tempo una presenza spontanea
molto significativa, quella del lupo
appenninico. Fra i mammiferi, il
tasso è forse l'altro animale meno presente.
Tra i rapaci il biancone, l'astore, la
poiana, lo sparviero, il gheppio e
sporadicamente anche una coppia di aquile
reali. Molti i coleotteri.