La Pinacoteca Brera, la raccolta voluta da Maria Teresa d'Austria
La Pinacoteca di Brera nacque verso la fine del Settecento sull'onda dei principi dell'Illuminismo, come strumento di educazione pubblica e come raccolta di modelli per gli studenti dell'Accademia.
Al tempo dell'occupazione napoleonica, venne notevolmente incrementata dalla spoliazione di chiese, conventi e palazzi privati.
Il Museo diventò allora l'espressione di una funzione didattica ed ideologica. Per far posto alle opere d'arte, strappate ai luoghi per i quali erano state create, si distrusse anche la chiesa gotica di Santa Maria di Brera degli Umiliati.
Tra il 1806 e il 1809, il palazzo di Brera venne completamente risistemato per accogliere le collezioni; nel 1812 le opere raccolte erano già più di 800. Tra i primi curatori e direttori della prestigiosa istituzione vi furono Andrea Appiani, Francesco Hayez e Massimo D'Azeglio.
La collezione è specializzata in dipinti di scuola lombarda e veneta dal XV al XVIII secolo. Tra i dipinti più celebri: Cristo morto e Polittico di San Luca di Andrea Mantegna; Pietà e due Madonne col Bambino di Giovanni Bellini; la Pala Montefeltro di Piero della Francesca; Sposalizio della Vergine di Raffaello.
A Brera è esposta inoltre la collezione Jesi di opere del XX secolo.
Il Palazzo di Brera è uno dei maggiori edifici barocci di Milano, realizzato per i Gesuiti tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento. Le parti più notevoli sono il cortile e lo scalone d'onore progettati dal Richini. Al centro del cortile è posta la statua bronzeo di Napoleone, raffigurato come semidio vittorioso, opera del Canova.
Il portale della facciata fu disegnato dal Piermarini. Ospita l'Accademia di Belle Arti, la Pinacoteca, l'Osservatorio Astronomico e lo Biblioteca Braidense, che conta attualmente circa un milione di titoli.