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Città di Treviso


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La città di Treviso, turismo e storia

(ant. Trevigi o Trivigi). Città del Veneto, capoluogo di provincia, con 85.308 abitanti, situata a 15 m di altezza sulla confluenza del Botteniga nel Sile nella pianura veneta. Il territorio comunale, ampio 55,3 kmq, conta 90.446 ab. (75.027 nel 2004).

 

La città si sviluppa prevalentemente sulla sinistra del Sile; la cerchia muraria, lunga 4800 m con 13 bastioni, è stata in parte demolita e sostituita con viali e giardini. Notevole centro commerciale, le sue industrie sono legate ai prodotti agricoli (mdlini e pastifici, fìlande, cartiere, ecc.). Converge sul centro una fitta rete di comunicazioni stradali; nodo ferroviario.

Storia. Sorta probabilmente in età imperiale con il nome di Tarvisium, fu assegnata alla tribù Claudia. Sfuggita alla distruzione unna, Treviso fu soggetta ai Goti, poi ai Longobardi, divenendo sede di ducato, di gastaldo e di una zecca. nel 1164 i suoi privilegi furono riconfermati da Federico Barbarossa, il quale tuttavia la vincolò ai nunzi imperiali.

Poco dopo la città aderì alla lega veronese e alla lega lombarda, per essere libera sia dall'imperatore sia dal vescovo, ma non tardò a dividersi tra ghibellini (i da Romano) e guelfi (i da Collalto e i da Camino). Da questa contesa, in stretto rapporto con la rivalità tra Impero e Papato, fu condotta nel 1227 alla signoria di Ezzelino da Romano e, nel 1239, del fratello Alberico. Dal 1283 al 1312 Treviso fu sottoposta alla tirannia di Gherardo da Camino e del figlio Guecellone, e, dopo una breve dominazione di Federico d'Austria venne in mano agli Scaligeri, dai quali fu ceduta per forza a Venezia (1339), perdendo definitivamente qualsiasi struttura comunale.

Tuttavia, sotto l'amministrazione della Serenissima prosperò economicamente e nel 1511, in occasione della lega di Cambrai, sostenne con vigore l'assalto francese. nel 1797, con il trattato di Campoformio, passò all'Austria, poi, nel 1803, al Regno italico per tornare sotto gli Asburgo nel 1815.

Entrò a far parte del regno d'Italia nel 1866. Nella prima guerra mondiale divenne l'estremo caposaldo di resistenza dopo Caporetto; nella seconda guerra ha sofferto per violenti bombardamenti aerei.

Urbanistica e Monumenti. Caratterizzata da una rete di canali e da un volto architettonico medievale, Treviso conserva dell' età romanica il battistero, la cripta del duomo, resti di S. Vito e S. Marino, la loggia dei Cavalieri, il complesso del palazzo del Comune, ampliato posteriormente. All'età gotica appartengono S. Caterina, S. Francesco, S. Nicola, tutte con opere di Tommaso da Modena, cui si debbono anche gli affreschi della sala capitolare del seminario vescovile.

Il duomo, d'origine romanica, è stato ampliato e rinnovato nei secc. XV-XVI-XVII e conserva pregevoli opere d'arte (Tiziano, Pordenone, ecc.) con annesso il battistero romanico, rimaneggiato.

in stile rinascimentale sono invece il Monte di pietà, S. Gaetano, S. Maria Maddalena; le decorazioni delle facciate di numerosi edifici sono attribuite a Tiziano, Pordenone, ecc. Si ricordano inoltre S. Agnese di tipo palladiano, S. Agostino in rococò.

Musei. A Treviso si trovano il museo civico e il museo della Casa Trevigiana.

Marca di Treviso. (o Marca Trevisana; più com. Marca Trevigiana o Marca Trivigiana). Non ci fu mai una circoscrizione politica o amministrativa bene definita che rispondesse al nome di Treviso, attribuito (sec. XII), con puro valore d'indicazione geografica, a una parte dell'antica Marca del Friuli o di Verona. Tale denominazione comparve di nuovo verso la fine del sec. XIV per indicare invece il dominio veneziano sulla terraferma.

Provincia di Treviso. Ampia 2477 kmq e con 668.620 abitanti (2006; densità 270 ab./ kmq), suddivisi in 95 comuni, comprende alcune pendici del Grappa e delle Prealpi Bellunesi, i colli di Asolo, del Montello e di Valdobbiadene e un tratto di pianura, ricco di acque; traversata dal Piave, ha come confine il Sile, il Musone, la Livenza, ecc.

Oltre al caplg. centri notevoli sono Vittorio Veneto, Castelfranco Veneto, ecc. Il 60% della superficie è coltivato a cereali e foraggi, con piantagioni industriali (lino, barbabietola, tabacco); il 20% è destinato a colture arboree (vigneti, frutteti, boschi); notevole l'allevamento. Le maggiori industrie lavorano prodotti dell'agricoltura, sviluppati anche i cementifici (cave di calcare), le industrie tessili e della ceramica.