Carnevale di Ivrea


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Carnevale a Ivrea


Eventi del carnevale a Ivrea

Le sfilate di Carnevale a Ivrea, una tradizione che si ripete ogni anno.



Carnevale di Ivrea



Il programma del carnevale a Ivrea.







⇒ Il Carnevale di Ivrea

Lo Storico Carnevale di Ivrea è un evento unico, riconosciuto come manifestazione italiana di rilevanza internazionale, un “sogno” che si manifesta ogni anno portando nelle vie e nelle piazze della città di Ivrea storia, tradizione, spettacolo, emozioni e grandi ideali. In questo evento storia e leggenda si intrecciano per dar vita ad una sequenza spettacolare che travalica e fonde i secoli.

Lo spirito dello Storico Carnevale vive nella rievocazione di un episodio di affrancamento dalla tirannide, che si fa risalire al medioevo: un barone che affamava la Città venne scacciato grazie alla ribellione della figlia di un mugnaio che non volle sottostare allo jus primae noctis e che accese la rivolta popolare. In questa rievocazione il Carnevale si rinnova ogni anno come grande Festa Civica durante la quale la comunità di Ivrea celebra la propria capacità di autodeterminazione.

L’eroina della festa è la Mugnaia, al suo fianco il Generale, che fin dai primi anni dell’800 ha il compito di garantire un corretto svolgimento della manifestazione, insieme al suo Stato Maggiore Napoleonico, composto da valenti Ufficiali a cavallo e graziose Vivandiere.

Completano la galleria dei personaggi storici il Sostituto Gran Cancelliere, il Magnifico Podestà garante della libertà cittadina, il Corteo con le Bandiere dei Rioni rappresentati dagli Abbà ed i Pifferi e Tamburi.

A riempire di colori e profumi la città, vi è poi la famosa e spettacolare Battaglia delle Arance, momento di grande coinvolgimento e forte emozione, rievocazione della ribellione popolare alla tirannia.

Nella battaglia il popolo, rappresentato dagli aranceri a piedi sprovvisti di qualsiasi protezione, combatte a colpi di arance contro le armate del Feudatario, rappresentate da tiratori su carri trainati da cavalli, che indossano protezioni e maschere che ricordano le antiche armature.

In segno di partecipazione alla festa tutti i cittadini ed i visitatori, a partire dal Giovedì Grasso, scendono in strada indossando il Berretto Frigio, un cappello rosso a forma di calza che rappresenta l’adesione ideale alla rivolta e quindi l’aspirazione alla libertà, come fu per i protagonisti della Rivoluzione Francese.



Info sul sito: https://www.storicocarnevaleivrea.it



⇒ Preda in Dora

La Cerimonia della Preda in Dora è sicuramente uno dei momenti di maggiore valenza simbolica all’interno del Cerimoniale dello Storico Carnevale di Ivrea.

Le sue radici si possono ritrovare nel lontano passato, addirittura a partire dal 1608, data della prima apparizione negli annali della città di Ivrea. E’ datata 1683 la frase “hoc in spretum olim Marchionis Montisferratii”.

I gesti codificati di questa cerimonia erano e sono tuttora semplici ma austeri. Il Podestà con il suo seguito si recano sul luogo dove un tempo esisteva il Castellazzo (luogo di dimora del Marchese) e qui con la Mazza viene staccata una pietra dai ruderi, il tutto accompagnato dalla frase “non permittam meo posse edifficium aliquod construi in loco et terreno in quo erat castrum sancti Mauricii et turres quondam Marchionis”, la promessa che mai più sorgerà in quel luogo un nuovo castello. Fatto questo la pietra viene quindi gettata in Dora. Per molto tempo questa cerimonia venne dimenticata. Ricomparve, per restare stabilmente nel Cerimoniale, nel 1969.

Attualmente è uno dei momenti più seguiti della manifestazione e si svolge con fasto durante la mattinata della domenica di Carnevale, sul Ponte Vecchio.






⇒ La battaglia delle arance

Il tradizionale getto delle arance affonda le sue radici intorno alla metà dell’ottocento a Ivrea. Ancor prima, e più precisamente nel Medioevo, erano i fagioli i protagonisti della battaglia.

Si narra infatti che due volte all’anno il feudatario donasse una pignatta di fagioli alle famiglie povere e queste, per disprezzo, gettassero i fagioli per le strade. Gli stessi legumi erano anche utilizzati in tempo di carnevale, come scherzosi proiettili da lanciare addosso ad improvvisati avversari. Intorno agli anni trenta e sessanta del secolo scorso, insieme a coriandoli, confetti, lupini e fiori, le ragazze lanciavano dai balconi, mirando le carrozze del corteo carnevalesco, qualche arancia. I destinatari erano giovincelli dai quali le stesse ragazze volevano essere notate.

Dalle carrozze si iniziò a rispondere scherzosamente a tono e, poco a poco, il gesto di omaggio si trasformò prima in duello, quindi in un vero e proprio testa a testa tra lanciatori dai balconi e lanciatori di strada. Solo dal secondo dopoguerra la battaglia assunse i connotati attuali seguendo regole ben precise.

Ancora oggi lo scontro si svolge nelle principali piazze della città, e vede impegnati equipaggi sul carro (simboleggianti le guardie del tiranno) contro le squadre degli aranceri a piedi i popolani ribelli) costituite da centinaia di tiratori.

Si tratta indubbiamente del momento più spettacolare della manifestazione che ben evidenzia la lotta per la libertà, simbolo del carnevale eporediese. La battaglia delle arance insieme a tutti gli eventi storici presenti nella manifestazione di Ivrea, costituisce un’incredibile patrimonio culturale e goliardico, che posiziona la festa tra le più importanti nel panorama nazionale ed internazionale. Il getto dello arance rappresenta anche il momento in cui è più alta la partecipazione collettiva: tutti possono prenderne parte, iscrivendosi in una delle nove squadre a piedi oppure divenendo equipaggio di un carro da getto






⇒ Le fagiolate rionali

I fagioli grassi sono certamente il piatto che meglio rappresenta la lunga tradizione gastronomica legata al Carnevale: un piatto semplice, di chiara origine contadina, ricco di ingredienti prelibati. Quintali di fagioli bollono infatti dal sabato sera, accompagnati da salamelle e cotiche di maiale, in grandi calderoni, per essere poi distribuiti ai cittadini fin dalle prime ore della domenica mattina.

La tradizione delle fagiolate benefiche risale al Medioevo, quando razioni di fagioli, bene prezioso nell’alimentazione dei popolani, erano distribuite dalle Confraternite eporediesi ai poveri.

Si narra inoltre che una volta all’anno i Signori di Ivrea usassero distribuire alle famiglie più povere legumi e fagioli secchi, consentendo l’utilizzo gratuito dei forni per la cottura: uniche concessioni tra infinite tasse che riducevano il popolo alla fame.

E gli affamati, ma fierissimi abitanti di Ivrea, preferendo il digiuno all’accettazione di questa elemosina, li gettavano sul selciato per le strade della città: così i fagioli, in ricordo dell’antico tiranno, sono entrati nelle vicende delle storiche manifestazioni di Ivrea.

Con l’evolversi del tempo le fagiolate benefiche si sono trasformate, assumendo un’impronta festaiola che risponde alla logica carnevalesca, ma è rimasto immutato il loro intento benefico. La raccolta dei fondi per l’acquisto degli ingredienti si avvale infatti delle libere offerte dei cittadini e la distribuzione avviene gratuitamente nei vari quartieri della città.






⇒ Martedì Grasso e chiusura del carnevale di Ivrea

Alle ore 14 inizio della Marcia del Corteo Storico e della Battaglia delle arance piazza di Città, via Arduino, piazza Gioberti, via Guarnotta, Ponte Vecchio, via Gozzano, piazza Lamarmora, corso Nigra, corso Cavour, corso Re Umberto, corso Gallo, corso Botta, piazza Balla, corso Massimo d’Azeglio, via IV° Reggimento Alpini (Ufficio del Turismo), via Cascinette, corso Massimo d’Azeglio, piazza Balla, via Palestro, piazza di Città

Alle ore 17.30 Premiazione delle Squadre degli aranceri e dei carri da getto in piazza di Città. Premiazione delle prime tre Squadre a piedi della classifica determinata da tiro, immagine e correttezza, le prime tre Pariglie e i primi tre Tiri a Quattro della classifica determinata da cavalli-finimenti-guida, allestimento e tiro.

Alle ore 20.00 Partenza del Corteo Storico per l’abbruciamento degli Scarli dei Rioni San Maurizio, Sant’Ulderico e San Lorenzo. Gli Abbà, reggendo un lume, preceduti da Pifferi e Tamburi e accompagnati da Generale e Stato Maggiore, raggiungono la piazza a cavallo. I due Abbà del Rione smontano e compiono un giro attorno allo Scarlo. Un ufficiale, che li accompagna tenendoli per mano, porge loro una fiaccola accesa ed il fuoco viene appiccato.

Alle ore 21.30 Abbruciamento dello Scarlo del Rione San Salvatore alla presenza della Vezzosa Mugnaia in piazza di Città. La Mugnaia, in piedi sul carro dorato, nel momento in cui viene appiccato il fuoco dagli Abbà, leva alta la spada simbolo del riscatto dal tiranno finché la bandiera tricolore in cima allo Scarlo non è del tutto consumata dal fuoco. Intanto il Generale saluta militarmente stando in piedi sulle staffe del suo cavallo. Quanto più velocemente le fiamme risalgono il palo, tanto più la folla all’esclamazione a brusa!.. a brusa!, sottolinea il segno di buon auspicio per l’anno da poco iniziato.

Alle ore 22.15 Abbruciamento dell’ultimo Scarlo, Rione San Grato in piazza Lamarmora. Marcia funebre. In seguito all’abbruciamento dell’ultimo Scarlo il Generale scende da cavallo e, conducendo il suo cavallo al morso, dà avvio alla Marcia funebre durante la quale i Pifferi e Tamburi eseguono una triste pifferata a commento del Funerale del Carnevale, mentre gli Ufficiali trascinano sul selciato le loro sciabole. I cittadini seguono il corteo in rigoroso silenzio indossando per gli ultimi momenti il Berretto Frigio. Arvédze a giòbia ‘n bot in piazza Ottinetti.

La Marcia funebre si conclude in piazza Ottinetti dove il Generale si accommiata dai Pifferi e Tamburi e li ringrazia, congedandoli simbolicamente in ricordo dei tempi in cui versava loro il soldo per la campagna. Tutti si scambiano il tradizionale saluto Arvédze a giòbia ‘n bot. Il Generale e lo Stato Maggiore tenendosi a braccio e cantando la Canzone del Carnevale si recano di corsa al Palazzo Municipale.

Alle ore 23.00 Verbale di chiusura in piazza di Città di Ivrea. Nel Palazzo Municipale il Generale passa in rassegna lo Stato Maggiore e appunta sul petto dei propri Aiutanti di Campo le insegne della Campagna. Vengono deposti il simboli del potere, il Sostituto legge il verbale di chiusura